mercoledì 16 giugno 2010

A proposito di comunicazione politica....

Come ricorderete, nella settima lezione del corso, il prof. Alfonso ci ha parlato di comunicazione politica. Ci eravamo lasciati alla comunicazione italiana, a quella di Sarkozy, a quella di Cameron, ma soprattutto a quella del Presidente degli States Barack Obama. Si era detto che a fare la differenza, in linea generale, non era il leader, ma tutto l'apparato comunicativo che gli stava alle spalle. Obama è un discreto comunicatore, e al contrario di quanto si pensa non è l'unico che ha sfruttato le potenzialità della comunicazione. Confrontandolo con il suo predecessore, George W. Bush, possiamo certamente affermare come quest'ultimo è stato, per quel che concerne la comunicazione in Internet, molto più pioniere dell'attuale presidente. Obama ha usato benissimo le tecnologie ma la sua abilità principale, rispetto a molti suoi predecessori, e a molti suoi colleghi, soprattuto europei (vd. Sarkozy), è stata piuttosto quella di puntare sulla comunicazione anche dopo l'elezione, puntando sul coinvolgimento. Ecco, appunto, dare un seguito. Proprio ieri, il numero uno della Casabianca si è rivolto alla nazione, nel suo primo discorso in diretta tv dallo Studio Ovale, parlando per circa diciotto minuti, in cui il leader ha parlato della marea nera, uno dei disastri più importanti dell'America, e della necessità di adottare le energie alternative, quelle pulite. Ha puntato sulla componente emozionale, sull'empatia, non rifuggendo da slogan a effetto, paragonando la marea nera ad Al Qaeda. Forse più che comunicazione politica è marketing politico, ma la sostanza non cambia: Barack Obama non ha smesso di utilizzare i mezzi comunicativi, nonostante le numerose critiche piovutegli addosso per la cattiva gestione del grave problema ambientale.

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