mercoledì 16 giugno 2010

Brasile, che fatica!

Quarantaquattro anni dopo la Corea del Nord torna ad una competizione mondiale, e lo fa in maniera impeccabile mettendo in crisi niente meno che i maestri del calcio brasiliani. La squadra asiatica, l'unica nazionale senza giornalisti al seguito, sembrava la vittima predestinata e invece, per poco, non ha compiuto l'impresa. I verdeoro sono apparsi lenti e prevedibili, con un Kaka decisamente spento e non in condizione. I coreani, d'altro canto, sempre dietro la linea del pallone, si sono preoccupati soprattutto di difendere, per poi ripartire in velocità in contropiede. Nella selecao, solo Maicon e Robinho hanno provato a farsi intraprendenti nell'abulia generale. La prima frazione di gara termina a reti bianche, con buona sorpresa di tutti gli spettatori. Nella ripresa i verdeoro accelerano un pò, ma è Maicon, il migliore in campo, a realizzare il gol del vantaggio con un tiro di rara bellezza dalla linea di fondo campo, da posizione, tanto per intenderci, impossibile. Dopo il vantaggio, gli uomini di Dunga abbassano nuovamente il ritmo, ma basta un cambio di passo di Robinho per scardinare la difesa coreana, consentendo ad Elano di realizzare il raddoppio. Grande paura finita? Neanche per sogno. Yun Ji, neanche fosse Maradona, s'infila tra le larghe maglie della difesa verdeoro, trafiggendo Julio Cesar e riaprendo il match. Il finale è palpitante, come nessuno si sarebbe aspettato, ma il risultato non cambia più. Una Corea inimmaginabile alla vigilia, a cui non è bastata la grande forza d'animo e la grande volontà per compiere l'impresa, ma a cui non può non andare un grande plauso e tanti complimenti. Probabilmente, anche a a Pyongyang saranno contenti, e chissà, magari mandano in onda pure la partita.

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