domenica 16 maggio 2010

Lezione 5

A Torino si è dibattuto sul tema dell'editoria su Internet, in particolare sulla possibilità che l'accesso ai contenuti editoriali fruibili in rete divengano a pagamento. Internet, secondo alcuni, è per definizione gratuito. Un dibattito che si è dipanato lungo gli ultimi 2 anni, in coincidenza con la crisi che ha fatto aumentare i debiti. Proprio per questo, gli editori stanno cercando un modo per correre al riparo. Sempre di più l'accesso a pagamento ai contenuti appare l'unica soluzione adottabile. Attualmente, per la maggior parte, siamo ancora fermi alla gratuità, per quanto riguarda però la fruizione tramite PC. Altri supporti, invece, come possono essere ad esempio gli smartphones, offrono già alcuni contenuti a pagamento. Ciò sarà sempre più un crescendo. I gruppi editoriali, infatti, saranni sempre più pronti ad offrire contenuti a pagamento sui nuovi supporti(ad es. per l'Ipad).


IPad: tablet della Apple, grande capacità, grande qualità di immagini. Portarsi dietro un Ipad è come portarsi dietro un PC, un telefono, una televisione, una biblioteca.


Apple ha stabilito per chi volesse usufruire di contenuti su i suoi supporti dei prezzi da pagare.


I giornali sono in continua diminuizione di copie vendute, e per ovviare a questa situzione, ci si trova costretti a far pagare qualcosa per pareggiare almeno il conto, che altrimenti sarebbe perpetuamente in rosso. Internet ha quindi messo in crisi l'editoria. Tutto ciò che è tattile, è materiale, viene messo in crisi dal Web. Ancora per poco tutto sarà gratuito. Mi riferisco soprattutto alle news dei giornali online.


VAS: servizi valore aggiunto


Il dibattito è molto acceso. Molti sono a favore della gratuità, soprattutto dal punto di vista filosofico perché lo spazio è gratuito, così come il tempo, e il WEB è la combinazione di queste due componenti. Da un punto di vista editoriale ciò è un suicidio. I primi a sbagliare sono stati proprio gli editori, perché quando si è partiti con la costruzione del WEB vi era una corsa al massacro per chi riusciva ad ottenere più accessi, e quindi gli editori, non capendo il rischio che si celava, sono stati fin troppo generosi.


GOOGLE: è una multinazionale che offre servizi attraverso e per Internet. Questi servizi, inoltre, non sono gratuiti, anzi, google li fa pagare, e anche a caro prezzo.

Indicizzazione: significa leggere in trasparenza. Uno dei servizi che offre Google, mediante alcune aziende, è l'abbreviazione dell'URL. Ciò consente un'indicizzazione più veloce, cosi come l'uso dei tag, che, appunto, favoriscono l'indicizzazione. Più tag uguali danno maggior possibilità di essere visibili.

Google non è solo motore di ricerca, ha ad esempio un servizio ebook. A volte troviamo dei libri che hanno perso il diritto d'autore, altre volte libri che non lo hanno perso, e spesso capita che i diritti non vengono neanche pagati.



DIRITTO D'AUTORE: la violazione del copyright è stato sempre duramente punito, a livello artistico o industriale che sia. Nella rete non ci si trova mai di fronte a una linea di confine, dove si può realmente capire chi e dove si viola. Ma soprattutto manca una legge che si pronunci a tal proposito. Basti pensare a tutte le infrazioni che commettiamo quando scarichiamo musica, film, ecc. Ultimamente anche il giornalismo è vittima di violazione di copyright. Abbiamo visto non solo spacci di agenzie letteralmente copiati, ma veri e propri articoli copiati, e peggio ancora vengono fatte circolare rassegne stampe. Basti vedere il sito della camera dei deputati che dalle 9 del mattino mostra gratuitamente tutte le prime pagine dei giornali, nonostante ciò sia illegale. Ciò dimostra come il controllo del copyright sia del tutto fuori controllo online.

Copyleft: Corrispondente inverso del copyright. Il copyleft è a favore della gratuità.

I copyright sono differenti da paese a paese. Il diritto alla privacy è importante sul web per quanto riguarda le profilature, c'è un problema di tracciabilità, si possono cioè venire a conoscere gli autori. Ledere la privacy può essere estremamente pericoloso anche sul WEB o sui social network.

IPTV: non troppo diffuso in Italia, ma probabilmente gli editori stanno investendo per il futuro, e nel futuro probabilmente ci sarà molto spazio , anche se è un pò prematuro parlarne.

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